The Green Line, il ponte giardino di Parigi
Non solo una passerella biomimetica di 220 metri, ispirata a uno scheletro di pesce, ma un luogo di relax e benessere. Un parco sospeso come prototipo di architettura commestibile, resiliente e disinquinante, dell’arch. belga Vincent Callebaut. Il ponte filosofale dei piaceri parigini, è anche un inno allo Slow Food. La sua architettura genera la propria energia da fonti rinnovabili, e ricicla i propri rifiuti.
Un inno allo Slow Food che mira a sensibilizzare i cittadini, all'eco-gastronomia e al consumo alternativo. Il suo tetto panoramico e le serre orticole ospitano 3.500 m² di orti e frutteti in permacoltura sotto il cielo parigino. Frutta e verdure che saranno cucinati nei suoi ristoranti, con viste panoramiche verso la Senna e la Biblioteca Nazionale di Francia. È un vero e proprio ecosistema sostenibile che include un centro di ricerca, laboratori di co-working, incubatori e ristoranti biologici per Millennials.
Oltre ai pannelli solari ibridi installati sui tetti, 59 turbine eoliche a levitazione magnetica assiale, producono l'energia necessaria per l'illuminazione pubblica notturna del ponte, mentre 20 mila piante arbusti e alberi coprono il ponte pedonale, e il giardino di anfibi sulla banchina, assorbono il CO2. La struttura primaria del ponte è costituita da da due doppi archi, che lavorano in compressione. di Vincent Callebaut Futurix aveva già pubblicato nel 2017, Nautilus Eco-Resort, eco-architettura biomimetica da sogno, e nel 2000, Dragonfly, una fattoria verticale a New York.
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