Romeo, il prossimo robot domestico
Romeo potrà salire le scale, aprire una porta, sparecchiare il tavolo, ritirare una teglia dal forno, e soprattutto prendere cura degli anziani. Insomma un vero e proprio assistente domestico dotato d’intelligenza, in grado di conversare e comunicare, col proprio padrone. Gesti quotidiani semplici per gli umani, ma una sfida impegnativa per i robot. Chi non ricorda il film Io e Caterina, con Alberto Sordi e la sua cameriera robot tuttofare? Romeo è stato a marzo la star incontestata d’Innorobo, il Salone della robotica di Lione, in Francia. “Ci vogliono dei robot umanoidi disponibili, di buona compagnia e capaci di apportare benessere. Non esiste una killer application. Il robot deve essere capace di fare una moltitudine di cose diverse, è la nostra ultima interfaccia” spiega Bruno Maisonnier fondatore della francese Aldebaran Robotics, seduto con Romeo, la sua creatura, sullo stand a Innorobot (foto). Con 5.000 esemplari venduti, il suo piccolo Nao è ormai il robot umanoide più venduto al mondo, distribuito nelle scuole e nei laboratori di ricerca. “Fra qualche anno ci sarà un robot in ogni famiglia” predice Bruno Bonnell, presidente di Syrobo, il Sindacato della robotica di servizio, “i robot sono già entrati in casa come aspirapolvere, e si diffonderanno nella nostra vita quotidiana come gli smartphone”. Il mercato in piena crescita dovrebbe raggiungere 100 miliardi di euro nel 2018 secondo l’International Federation of Robotics.
Romeo ha la taglia di un bambino di 8 anni, 1,43 metro, e pesa 40 kg. E’ realizzato in fibra di carbonio e gomma, per essere il più leggero possibile e non rischiare di ferire le persone. E’ stato costruito in soli 4 esemplari comprati da centri di ricerca europei, per migliorarlo. I test in condizioni reali sono previsti all’orizzonte 2016. Oltre agli occhi che si muovono, i ricercatori del progetto Romeo hanno lavorato molto sul suo sistema visivo, sulla sua capacità a riconoscere l’ambiente, lo spazio, gli oggetti e i gesti. La sua intelligenza artificialegli consentirà di imparare per imitazione, ma anche le abitudine del suo assistito, così da poter individuare una situazione anomala, e caso mai di chiamare un centro di teleassistenza. Chapeau!
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