7.4.11

Virgin Oceanic, l’ultima frontiera degli abissi



Una fama da pioniere senza confini: dopo aver aperto la strada al turismo spaziale (vedi su Futurix Voli spaziali low cost), il fondatore della Virgin, Richard Branson (foto), punta ora all’esplorazione degli abissi marini, seguendo le orme del capitano Nemo, Piccard e Jacques Cousteau. 5 oceani, 5 immersioni, un pianeta: l’ambizioso programma Virgin Oceanic prevede, entro i prossimi due anni, la discesa nelle cinque fosse oceaniche più profonde del pianeta. Il primo obiettivo? L’immersione nella Fossa delle Marinane, la più profonda, entro fine anno, 11 mila metri di profondità, una spedizione storica, mai tentata finora. L’impresa va ben oltre i sogni di un miliardario. La spedizione cercherà di mappare le parti inaccessibili del pianeta e catturare immagini sconosciute della vita sottomarina a queste profondità, con la benedizione di oceanografi e biologi marini di tutto il mondo. E’ infatti in grado di prelevare campioni d'acqua, filtrandone microbi e virus. "Da un punto di vista scientifico, è come scoprire l'Amazzonia per la prima volta," ha detto l’eccentrico Branson. Ma perché mandare degli esseri umani al posto dei robot, in fondo agli oceani? Perché, come ha detto Stephen Hawking, “La scienza non è solo una discepola della ragione, ma è anche romanticismo e passione.” Costruito da Hawkes Ocean Technologies, Il mini-sub alato monoposto in armonia con l’ambiente, come delfini e balene, si presenta come un piccolo jet lungo 5,5 metri e largo 3,7, in grado di “volare” negli abissi. È realizzata in titanio e fibra di carbonio, con una capsula trasparente costruita con un unico pezzo di quarzo, in grado di resistere a mille volte la pressione atmosferica normale, 1500 volte quella sopportata da un aereo, circa l'equivalente di 8000 elefanti in piedi su una Mini-Cooper! Il video è sotto.

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