Il primo microprocessore organico flessibile
E’ europeo, sviluppato dai ricercatori nel campo dell'elettronica molecolare dell’Imec in Belgio, il primo microprocessore organico flessibile al mondo. Il centro di ricerca belga sulle nanotecnologie, è riuscito a controllare in modo costante l’accensione dei transistor organici, finora poco affidabile. I circuiti sono stampati a strati, con la tecnica della fotolitografia. Il chip biologico contiene 4000 transistor, equivalente ad un chip di silicio del 1970: pochi, rispetto alle centinaia di milioni inseriti in un chip di silicio attuale. Sebbene la sua potenza d’elaborazione sia nettamente inferiore, costerà solo un decimo ed è soprattutto flessibile, potendo così aprire la strada a una straordinaria gamma d’applicazioni nell’abbigliamento, l’edilizia, il settore alimentare e farmaceutico o l’etichettatura. Avvolto ad esempio intorno ai tubi, potrà registrare la pressione dell'acqua, inserito in una confezione sarà in grado di segnalare se la carne è rancida, o se avete dimenticato di prendere le medicine. Si potrà anche comunicare col chip organico inserito nei pantaloni da acquistare, tramite lo smartphone, per vedere se è adatto alle nostre misure inserite!
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