Z Island, l’isola galleggiante
Nel suo romanzo “L’île à hélices” pubblicato nel 1895, Jules Verne racconta la vita su un’isola galleggiante ad elica, popolata da gente ricca. “Chi sa se la terra non sarà troppo piccola un giorno per i suoi abitanti, e se non sarà necessario costruire sul mare” scriveva. Anche questo scritto era profetico. La sovrappopolazione, l’innalzamento degli oceani dovuto all’effetto serra e allo scioglimento delle calotte polari, spinge a cercare nuove soluzioni abitative, sul nostro pianeta blu ricoperto per il 70% dagli oceani. Isole galleggianti, e architetture marine: e se gli oceani fossero l’ultimo rifugio?
“Le isole e le città galleggianti sono dal punto di vista ecologico, la soluzione d’estensione territoriale ideale” sostiene l’architetto francese Jean-Philippe Zoppini, autore del visonario progetto di isola artificiale “Z Island”, che sembra uscire dallo stesso romanzo di Jules Verne. Dalla forma ovoidale: 400 metri di lunghezza per 300 di larghezza e 78 di altezza, è in grado di ospitare più di 13 mila persone, e di muoversi alla velocità di 10 nodi, resistendo a onde di 20 metri. Nel cuore del complesso sorge una laguna artificiale di un ettaro, mentre a poppa ecco il porto in grado di ospitare due traghetti e altri yacht. Prevista ora come complesso turistico, i passeggeri di Z Island godranno di ogni tipo di comfort: ristoranti, bar, shopping center, palestre, discoteche, teatro, casinò. una pista ciclabile, e un percorso esterno protetto dal vento (foto) di un chilometro, permetterà di fare il giro dell’isola e di contemplare le bellezze dell’oceano. Queste futuristiche strutture galleggianti, rispettose dell’ecosistema marino, potrebbero essere tante Arche di Noè pronte ad accogliere i futuri profughi della località costiere sommerse. Per approfondimento scaricate il Pdf del mio articolo "La città del mare" pubblicato su nòva (Il Sole 24 Ore).
“Le isole e le città galleggianti sono dal punto di vista ecologico, la soluzione d’estensione territoriale ideale” sostiene l’architetto francese Jean-Philippe Zoppini, autore del visonario progetto di isola artificiale “Z Island”, che sembra uscire dallo stesso romanzo di Jules Verne. Dalla forma ovoidale: 400 metri di lunghezza per 300 di larghezza e 78 di altezza, è in grado di ospitare più di 13 mila persone, e di muoversi alla velocità di 10 nodi, resistendo a onde di 20 metri. Nel cuore del complesso sorge una laguna artificiale di un ettaro, mentre a poppa ecco il porto in grado di ospitare due traghetti e altri yacht. Prevista ora come complesso turistico, i passeggeri di Z Island godranno di ogni tipo di comfort: ristoranti, bar, shopping center, palestre, discoteche, teatro, casinò. una pista ciclabile, e un percorso esterno protetto dal vento (foto) di un chilometro, permetterà di fare il giro dell’isola e di contemplare le bellezze dell’oceano. Queste futuristiche strutture galleggianti, rispettose dell’ecosistema marino, potrebbero essere tante Arche di Noè pronte ad accogliere i futuri profughi della località costiere sommerse. Per approfondimento scaricate il Pdf del mio articolo "La città del mare" pubblicato su nòva (Il Sole 24 Ore).
1 commento:
Io ogni tanto predo il traghetto. M'è capitato di navigare in acque molto agitate. Come deve essere la vita sulle isole galleggianti nella "tempesta prefetta"?
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